martedì 6 gennaio 2009

Atelier B


Giorgio Bartocci e Leonardo Fernandez dal 09 al 23 novembre 2008
Orario: da martedì a sabato dalle 16 alle 19, domenica dalle 17 alle 20
Chiesa di San Bernardo - Jesi (Ancona)

Giorgio Bartocci è nato a Jesi il 28 marzo 1984.
Si diploma nel 2008 all'Istituto Superiore per le Industrie Artistiche I.S.I.A. di Urbino, sez. progettazione grafica e comunicazione visiva con una tesi sui linguaggi figurativi dal titolo "Moderni Primitivi".
Nel 2001 progetta e organizza un' importante rassegna itinerante di graffitismo, musica e cultura urbana "SMOKING MINDS-Urban Culture Event".
Dal 2004 partecipa ad alcune delle più importanti rassegne nazionali ed internazionali di writing e street-art come: "scritto senza inchiostro, ecko function, street fever, icone, write for gold, wild style, rockin'it, trash trainz, hand made, Jump".
Leonardo Fernandez è nato a Siracusa il 6 novembre del 1981.
Nel 2001 si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Macerata, nel 2003 al Centro Sperimentale Design di Ancona. Dopo una collaborazione con lo studio grafico Capolinea di Jesi, svolge attualmente l'attività di grafico freelance.
Nel 2004 ha inizio la collaborazione tra Giorgio Bartocci e Leonardo Fernandez che continua fino a oggi con opere a quattro mani identificabili sotto la sigla "ATELIER B".
Atelier B non scende a compromessi, ma sigla le sue condizioni per portare su pareti interne, ciò che trae la sua natura e le sue condizioni d’esistenza da un contesto in cui vigono le idee di libertà e dell’anarchia più sincera.
La Street Art, Urban art o abusivismo urbano ( diversi sono i titoli utilizzati per identificare questa recente tendenza artistica contemporanea, da considerare uno sviluppo del graffitismo della fine degli anni ’60) rimane il terreno su cui andar a scovare le radici di Giorgio Bartocci e Leonardo Fernandez, i due giovani artisti che si presentano come Atelier B. Nate come personalità artistiche distinte, i due protagonisti fondono le proprie conoscenze ed esperienze di arte urbana. Giorgio Bartocci sottopone il suo linguaggio figurativo, che oramai popola le strade della Provincia di Ancona ad una rivisitazione strutturale e geometrica che i lavori di Fernandez molto spesso testimoniano. Il procedere in gruppo o in coppia raccogliendo sotto un “nik name” intenti comuni, è una pratica più volte riconosciuta da artisti contemporanei, che negano l’individualismo romantico procedendo secondo ideologie di branco e riuscendo così a stabilire un rapporto più diretto ed elettivo con il pubblico a cui si rivolge.
Avvicinati da un curatore, figura che chi vive di strada poco riconosce, Atelier B non tradisce in nessun senso i caratteri della Street Art, ma crea un universo di produzione artistica parallela che può tranquillamente coesistere con la tradizione da cui nasce senza rinnegarla. Le opere su tela e su tavola di Bartocci e Fernandez portano nello spazio interno, chiuso (ma non per questo soffocate e recintato) le loro creature, frutto di contaminazioni genetiche, dall’estetica quasi surreale. Queste figure, che portano gli echi di una transavanguardia rinnovata, sono appena uscite dal muro o meglio ancora, non vedono l’ora di essere portate a passeggio sulle grandi superfici dei muri indossando, naturalmente, un nuovo abito adatto per uscire allo scoperto, pronte ad affrontare altre dimensioni, altri occhi e altre necessità da rappresentare. In questo spazio girano tranquillamente senza sentirsi rinchiuse, perché anche se poi subiranno delle mutazioni, ora si sentono a loro agio nell’ambiente per il quale sono nati. Per ricreare il loro habitat naturale Atelier B propone un accompagnamento musicale esclusivamente prodotto dai fratelli Cardelli. Sono suoni metropolitani dai ritmi funk – pop in cui contaminazioni elettroniche si accordano con i passi degli esseri viventi che Atelier B propone in uno spazio chiuso e ben definito. Dall’estetica del muro, di cui Mimmo Rotella ne ha reso così celebre testimonianza in Italia, la tecnica del décollage, sembra interferire nelle opere realizzate in tecnica mista in cui molto spesso gli artisti in questione si esprimono, portando in auge una ricerca oramai storicizzata che giunge ad esiti interessanti ed innovativi. A controllare il tutto, un grande Totem dalle fattezze robotiche che, inquietante, diviene un idolo di questo secolo, che si aspetta di essere adorato venerato da quella tribù che lo ha generato.

Simona Bramati


Lachesi. La filatrice del destino
Mostra personale di Simona Bramati dal 13 settembre al 05 ottobre 2008
Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 19.30 (Lunedì chiuso)
Salara Palazzo della Signoria - Jesi (Ancona)

Simona Bramati è una giovane pittrice di origini anconetane scoperta e lanciata da Vittorio Sgarbi.
Dopo le prestigiose partecipazioni alle collettive “Il male. Esercizi di pittura crudele” alla Palazzina di Caccia di Stupinigi a Torino e “Arte Italiana 1968 – 2007: Pittura” a Palazzo Reale di Milano, l’artista è ora protagonista di una grande mostra personale in terra natale, allestita nella Sala della Salara di Palazzo della Signoria di Jesi.
Il titolo della mostra “Lachesi. La filatrice del destino” fa riferimento al mito greco delle tre Moire, incarnazione visiva dello scorrere incessante del tempo, che lentamente consuma la vita dell'uomo. Le Moire, infatti, secondo la rappresentazione epica, regolavano per ogni mortale la durata della vita, dalla nascita alla morte, con l’aiuto di un filo che una filava, la seconda avvolgeva e la terza tagliava allorché la vita corrispondente era terminata: Clothò è la “filatrice”; Lachesis, che significa per l’appunto “destino, sorte”, assegna a ogni uomo il suo destino; Atropos allude invece all’ "inesorabile" recisione dello stame della vita.
In questa narrazione mitologica si rivela pienamente la carica simbolica della ricerca dell’artista: la volontà di riportare in superficie l’irrequietudine legata alla precarietà del destino dell’uomo. Simona Bramati esprime, attraverso una raffinatissima tecnica pittorica, l’esigenza di fornire un volto, seppure simbolico, all’irrazionale. Il destino viene per così dire personificato, celandosi dietro delle immagini iconografiche misteriose.
Il percorso espositivo si snoda attraverso la successione di ventiquattro opere pittoriche, olii su tela, che dimostrano una forte sensibilità nei confronti delle tecniche, degli stili e dei materiali connessi alla pratica della pittura, con un occhio di riguardo alla lezione dei maestri antichi. In una sezione a parte, è presentato in anteprima un ritratto dell’artista in forma di video-installazione, intitolato “Effigiem Bramati”, realizzato da Sergio Marcelli.

L'iniziativa


Nuove Sviste è un progetto, elaborato da Loretta Mozzoni e Simona Cardinali, curatrice della sez. di arte contemporanea della Pinacoteca Civica di Jesi (AN), in collaborazione con Francesco Maria Tiberi dell'Ufficio Cultura, che intende valorizzare e promuovere le ultime tendenze dell'arte contemporanea ed offrire alla creatività giovanile delle occasioni di visibilità, favorendo lo sviluppo di un circuito culturale ed artistico in un territorio bisognoso di manifestazioni ed occasioni di scambio indirizzate in particolare ai giovani talenti.
La scelta degli artisti, tutti operanti nella provincia di Ancona, così come la scelta di coprire con essi un ampio spettro di correnti, delinea uno degli obiettivi su cui si fonda la validità del progetto, vale a dire l'offerta, ai potenziali fruitori d'arte, di una molteplicità dei linguaggi espressivi nei quali è facile rinvenire il riverbero delle varie tendenze artistiche nazionali ed internazionali.
Parte sostanziale del progetto è il legame tra i giovani artisti scelti e la cittadinanza, prestando particolare attenzione alla popolazione scolastica. Per ciascuna delle nove personali, che da Settembre proseguiranno fino al mese di Giugno 2009, sono previste infatti sia una presentazione dell’evento sotto la forma dell'happening, sia un incontro con le scuole medie superiori in cui sarà affrontata, in modo stimolante, la questione del ruolo dell’artista nel mondo contemporaneo.
Per ogni artista è stata realizzata una piccola pubblicazione con immagini e testo critico da inserire in una cartella, corredata anch’essa da un testo critico sulla situazione contemporanea locale, che si può ritirare gratuitamente nella sede delle mostre, insieme ad un piccolo gadget.
Dopo la mostra di Simona Bramati, che dà il via all'iniziativa a Palazzo della Signoria, gli altri otto appuntamenti si "snodano" nella Chiesa di San Bernardo.

Nuove Sviste: Nove percorsi d'arte contemporanea è un'iniziativa organizzata e promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Jesi e dai Musei Civici, con il fondamentale sostegno dell'Assessorato alla Cultura della Provincia di Ancona.